umanità umile secondo incontro
Commissione formazione Ofs Regione Piemonte
Anno fraterno 2022-2023
Secondo incontro dell’anno “Umanità umile”
Umanità umile. A imitazione di Maria (Donato Mastrangelo)
Umanità umile questa ‘conosciuta’. Perché è l’umanità di Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. (…) Mettiamoci in cammino sotto la protezione del suo mantello, recuperiamo il desiderio e la forza di vivere il Vangelo, usciamo dalle nostre comodità, mettiamoci alla prova per far fruttare i nostri talenti senza l’interesse di convertire qualcuno, ma solo e soltanto di testimoniare il nostro essere seguaci di Cristo. Al resto ci penserà il Signore stesso.
Mendicante insieme al figlio (Carlo Basile)
Maria la madre di Gesù, occupa un posto unico nella storia umana e nel modo di entrare in rapporto con il Signore. Nella sua completa disponibilità a cooperare al progetto salvifico, ella raggiunge un alto grado di intimità con Dio e nello stesso tempo diviene un modello per ogni essere umano che vuole rapportarsi con lui. Ciò lo possiamo riscontrare chiaramente nella devozione di san Francesco verso la Vergine. (…) Questa devozione non scaturiva da riflessioni teologiche, ma era frutto di preghiera e di meditazione sul mistero profondo della Madonna e il suo ruolo particolare nella storia della salvezza. (…) Maria appare ai suoi occhi come la creatura tra tutte più intimamente unita al Figlio. Cristo era stato povero e lei lo era stata insieme a Lui. Da qui la sua bellezza e la sua grandezza! Perché, secondo Francesco, l’uomo è grande non quando è grande agli occhi del mondo ma quando lo è agli occhi di Dio, –poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più– (Ammonizione XIX: FF 169)
Spirito che tutto può (Marco Bartoli)
Non c’è dubbio che Francesco d’Assisi abbia avuto una profonda devozione verso Maria, madre di Gesù. Ma forse si dovrebbe parlare non solo di devozione, ma anche di sequela, imitazione, profonda immedesimazione con Maria. (…) Tanto la regola dell’Ofs (art.9) come le Costituzioni (art.16) condividono la scelta di Francesco di fare di Maria non solo l’oggetto di una sincera devozione, ma anche un modello di vita evangelica, di ascolto e disponibilità alla azione di Dio. In Maria l’umiltà diviene una forza. Come proclama il Magnificat: – L’anima mia magnifica il signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome- (Lc 1 46-49). Ai nostri giorni la società non è più tutta cristiana. Anzi i cristiani sono ormai minoranza anche nei paesi di più lunga tradizione cristiana. Vi è una tentazione che talora emerge presso coloro che invece sentono ancora il Vangelo come fonte di ispirazione della propria vita: quella dell’umilismo, cioè la tentazione di vivere il proprio cristianesimo soltanto nella sfera privata, personale o familiare. Talvolta, anche se ispirata da buone intenzioni, questa scelta finisce per estraniarsi ai problemi di tutti. Si pensa: -Se il mondo va così male io che ci posso fare?- e così si finisce per giustificare la propria pigrizia o indifferenza. Questa però non è l’umiltà di Maria, la quale dice :-grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente-. La vera umiltà contiene in se una forza, perché la vera umiltà è disposta ad accogliere lo Spirito del Signore, che tutto può. Non basta sentirsi buoni in pochi e, in tutta onestà, cercare di rimanere buoni e onesti per tutta la vita: occorre divenire strumenti della azione di Dio nella storia degli uomini. In questo momento storico tanti attendono qualcuno che parli loro dell’amore del Padre: tante persone sole, malate, in povertà, tanti colpiti dalla guerra, tanti di in cerca di un futuro per loro e per i loro cari. Il Vangelo cambia il mondo. Solo vivendo il Vangelo si può essere gli umili discepoli di Francesco e Maria.
Calore domestico dell’annuncio (Maria Felicia Della Valle)
L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (EG), si presenta come un testo programmatico. L’intero impianto del documento è un invito a non lasciarci rubare la gioia della evangelizzazione! Poiché la gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (83-84 EG) (…) L’icona biblica che in questo testo supporta le indicazioni conclusive è Maria di cui si legge nell’ultimo capitolo –vi è uno stile mariano nella attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché –ha rovesciato i potenti dai troni- e –ha rimandato i ricchi a mani vuote- (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura -calore domestico alla nostra ricerca di giustizia-(288 EG). Lo stile mariano della evangelizzazione, dunque, è l’antidoto a qualsiasi forma di spiritualismo, o di attivismo dell’evangelizzazione. Spiega il Papa che –evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano(…) non servono né proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore. (…) Occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività- (262 EG) A tale motivo Maria diventa il riferimento a cui tendere e confrontarsi, poiché è una donna concreta che prega e lavora, una donna con i suoi progetti e i suoi sentimenti, non un idea ma è una persona viva –è la donna di fede, che cammina nella fede, e la sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa.- Ella si è lasciata condurre dallo Spirito, attraverso un itinerario di fede, verso un destino di servizio e di fecondità- (287 EG). Accogliere lo stile mariano dell’evangelizzazione significa quindi diventare -evangelizzatori con Spirito- che sanno accogliere la Parola nella nostra vita, portarla oltre i confini della nostra casa, divenirne seguace ed infine annunciarla. Significa, come Maria, saper riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti e anche in quelli che sembrano impercettibili. Diventare contemplativi del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno.