Formazione permanente Spiritualità Mario  

Un germoglio carico di speranza

“Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà”. L’immagine usata dalla profezia di Isaia che in questo Tempo di Avvento risuona nella Liturgia, mi sembra molto eloquente e ricca di stimoli e suggestioni. Il germoglio dice novità e sorpresa: l’ingresso del Figlio di Dio nella storia umana non ha forse qualcosa di sorprendente, di nuovo, di inedito e spiazzante? Egli decide di diventare come uno/a di noi per dare amore alla maniera umana: il Divino che sceglie di farsi piccolo, di ri-nascere dentro l’umano, di comunicare qualcosa si sè alla maniera umana. Roba da non crederci!!

Germoglio dice anche promessa di futuro, apre alla speranza. Una piantina che buca il tronco per germogliare dice un processo quasi invisibile eppure ha in sè forza e tenacia, che chiede cura e attenzione perché un germoglio è fragile… e chiede uno sguardo nuovo. A sorpresa Dio ci viene incontro anche quest’anno, con un Bimbo che a Betlemme nasce per noi, ancora, per aprirci al nuovo, allo stupore, a uno sguardo più attento alle piccole cose, ai piccoli gesti di vicinanza, di inclusione, in un mondo che cambia. Forse il Tempo dell’Avvento ci chiede di attivare questo sguardo nuovo sul presente per capire come essere un/una francescano/a vivo/a qui ed ora, anche in un contesto in cui cristianesimo e società non coincidono più. Uno sguardo orientato al cambiamento secondo una continua conversione per realizzare la bellezza di vivere il Vangelo.

Germogli da cercare con sguardo nuovo e con ascolto profondo delle persone, dei loro desideri e inquietudini. In questo frangente così incerto, malato e precario che fare? La realtà frustrante di chiese vuote, di assemblee anonime, del distacco dei giovani dalla Chiesa ci indurrebbe a piangere e lasciarci andare al pessimismo, e invece è un tempo appassionante. È certo un momento difficile, ma un bel momento: creativo, aperto, pieno di promesse e possibilità. Ci viene da piangere se il nostro sguardo si inchioda al passato, che ci appare come l’età dell’oro, quando si era in tanti a credere, quando non c’erano le sfide di oggi… la vita cristiana guarda con fiducia al futuro perché crede alle promesse di Dio.

 E se Cristo nascendo è entrato nella storia umana, cioè in una terra, in una cultura, in un dato tempo, allora mi pare che a ogni credente sia chiesto una continua conversione: a mettersi in ascolto e in dialogo con questo tempo, coi suoi linguaggi, con la sua sensibilità. Con empatia e coraggio.

Fr. Marco OFM, assistente regionale OFS