professione di Enrica – Fraternità Torino – S. Elisabetta
Ho sempre detto di essere credente, ma mi sono resa conto di non aver mai vissuto la fede.
La mia Vita ricomincia nel giugno 2012: per un anno, in maniera inconsapevole, ho letto sempre più testi “spirituali”, ho visto sempre più trasmissioni televisive che trattavano di spiritualità, sino al momento in cui nel giugno 2012 ho deciso, in modo quasi casuale – ma adesso non credo più al caso- di andare a Medjugorje a trovare la Madonna.
Sono partita senza prenotare nulla, io in macchina: partendo da Torino vi sono 1200 chilometri. La sensazione era che stessi facendo un percorso, un viaggio, alla cui meta ero aspettata; era imprecisa, ma palpabile, la sensazione di essere attesa, come avessi risposto ad una chiamata: di questo sarei stata certa poco tempo dopo.
Un mese e mezzo dopo il mio rientro da Medjugorje, la diagnosi: tumore, lesione anche avanzata.
Dovrò fare tutto il percorso: chemioterapia, intervento, radioterapia, re-intervento e così via, il noto calvario che come medico conosco, ma scopro che non lo conoscevo così bene….
Faccio la visita oncologica il 4 agosto, un venerdì: la primissima tentazione è di non fare nulla, poi accetti, facciamo “quello che c’è da fare”.
Sabato 5 agosto mi telefona un collega chirurgo, che stimo molto sia dal punto di vista professionale che come persona: doveva parlarmi di un paziente, colgo l’occasione per dargli la notizia della mia situazione. Lui mi dice: “Affidati completamente alla Madonna, se sei stata a Medjugorie non è un caso, sei stata chiamata, credi ai miracoli perchè esistono”.
Con quella telefonata è incominciato il mio percorso di guarigione.
Non me ne ero ancora resa conto, ma avevo iniziato anche il mio percorso di fede.
Da quel giorno quando mi sveglio al mattino ringrazio per il nuovo giorno di questa vita che ci è stata donata in questo mondo creato talmente bello, offro le azioni della giornata e chiedo di essere strumento di Dio, perché…il tempo non va sprecato.
Da allora sono successi tanti miracoli piccoli e grandi, ma quanti! Affinando la sensibilità del cuore li percepisci, te ne accorgi, ci si rende conto di essere completamente immersi nel disegno divino: per le piccole cose di ogni giorno come per i grandi avvenimenti della storia, tutto assume significato, ecco che il caso non esiste!
ono contenta del percorso che mi ha portata a ri-scoprire il Cristianesimo – nei mesi mi sono accorta che ho incontrato la Madonna e questa, piano piano mi ha portato al Figlio.
Possibile questo tempo “sprecato” nella sofferenza, passato sul divano o nel letto aspettando che passino gli effetti della chemioterapia? A cosa serve? Giorni inutili? Sofferenza inutile?
Non avrebbe senso.
Razionalmente devo trovare un senso.
In una preghiera recitata durante il rosario a Lourdes, l’orante dice a Dio “…sono vecchio, ammalato, immobile su una carrozzina, non posso muovermi né fare niente, come posso fare la tua volontà?”, Dio risponde “Io ero sulla Croce, fermo, immobile, non potevo muovermi eppure ho salvato il mondo”.
Ecco la risposta che cercavo.
Anche il rapporto con il mio lavoro è cambiato.
Assume un’importanza fondamentale che i pazienti con cui entro in contatto percepiscano innanzitutto l’amore personale; ormai sono certa che è inscindibile il rapporto corpo-mente-spirito.
Ero in ricerca di una modalità per aderire a questa chiamata ed ecco l’incontro con San Francesco di Assisi, nel modo più impensabile.
Un pomeriggio del 2018 ero reperibile e mi trovo a dover operare in urgenza una paziente che scoprirò i giorni successivi essere la mamma di una infermiera, ho stretto amicizia con questa infermiera, che mi ha detto di essere Novizia Francescana e dopo poco mi invitata ad incontrare la sua fraternità OFS.
Iniziava così il mio cammino francescano.
Ho frequentato sempre più assiduamente la fraternità e i diversi incontri/eventi francescani che venivano proposti… ma per ben un anno il mio cuore continuava a dire no a San Francesco; sentivo possibile un cammino con la spiritualità di San Francesco: ricercavo una visione radicale del Vangelo, l’incontro con il fratello, con il fratello bisognoso e sentivo profondamente mia la dimensione della gioia di San Francesco, la perfetta letizia, ma vedevo questo percorso da sola, non concepivo la fraternità….fino al festival francescano di Bologna del 2019 quando, attraverso il colloquio con un frate, la chiamata è diventata vocazione, e di ritorno dal viaggio il mio “Eccomi”. Ho dovuto fare un atto profondo di umiltà, scendere dal mio io per allargare lo sguardo ai fratelli, alla fraternità.
Questo frate mi disse che consacrandomi al Signore attraverso San Francesco, non sceglievo i compagni di cammino, quelli li mette accanto il Signore … quelli adatti per noi.
Ed ecco che accogliere i fratelli e le sorelle della fraternità come scelta consapevole di amore, ha trasformato radicalmente la prospettiva della mente e del cuore: ama e basta, non giudicare, accogli e servi.
Dopo il “sì” quanta pace nel cuore, quale meraviglioso senso di libertà e allo stesso tempo di appartenenza alla famiglia francescana!
Anche il successivo cammino di formazione e l’ adesione alla Regola – Professione il 4 ottobre 2022 – hanno confermato questo senso di libertà, pienezza e letizia.
Enrica